Territorio
ACQUAPENDENTE – 1 km
Acquapendente è situato all’estremità settentrionale del Lazio dove il fiume Paglia divide i Colli Volsini dal Monte Amiata, presso i confini del Lazio con la Toscana e l’Umbria. Si trova a 10 chilometri a nord del Lago di Bolsena, a due passi dalla Riserva naturale Monte Rufeno ed è attraversata dalla Via Cassia. Acquapendente era l’ingresso settentrionale dello Stato Pontificio per i pellegrini che si recavano al Giubileo percorrendo la via che l’attraversa da nord a sud. Una via che divide il centro storico e la vallata su cui si adagia in due parti. Nei secoli, questa via ha assunto diversi appellativi: “Via Cassia” in epoca romana, “Via Francigena” per tutto l’alto medioevo, poi “Via Romea” al tempo delle grandi peregrinazioni.
Acquapendente deve il suo nome al fatto di essere situato nei pressi di numerose piccole cascatelle che confluiscono nel piccolo torrente Paglia, che segna il confine naturale tra Lazio e Toscana.
All’ingresso dell’abitato si incontrano la Torre medioevale detta Julia de Jacopo, la Porta delle antiche mura e, di fronte, la Cattedrale del Santo Sepolcro, sorta intorno all’anno mille per volere di Matilde di Westfalia. La cripta della Cattedrale risale alla seconda metà del X secolo; si compone di nove navate con 22 colonne sormontate da ricchi capitelli. Venne eretta sulla primitiva edicola del Santo Sepolcro che si trova al centro, coperta da una piramide a base rettangolare. Tradizione vuole che custodisca una reliquia bagnata del sangue di Cristo.
RISERVA NATURALE DI MONTE RUFENO – 1 km
A solo 1 KM del Casale le Crete si trova la Riserva naturale di Monte Rufeno, una delle aree protette del Lazio che si estende su circa 3.000 ettari nel territorio del Comune di Acquapendente. All’interno della riserva sono stati allestiti alcuni itinerari, a richiesta sono organizzate escursioni guidate a piedi, a cavallo o in bicicletta.
Nei boschi della Riserva si trova il Museo del Fiore (a Torre Alfina); un piccolo museo naturalistico, suddiviso in sezioni tematiche, tra cui per esempio ‘’I fiori della Riserva Naturale Monte Rufeno’’, ‘’Fiori e insetti’’ ed ‘’I fiori e l’uomo’’. Il museo ospita giochi didattici e offre una piccola mostra sui “Pugnaloni”, grandi quadri a soggetti religiosi o allegorici con il tema principale della libertà, sempre variati, composti con foglie e petali di fiore. Inoltre all’aperto c’è il Sentiero Natura del Fiore con un percorso lungo circa 3 KM, un antico mulino ad acqua ristrutturato che a l’epoca trasformava i chicchi di grano in farina, un arnia didattica dove esplorare da molto vicino la vita e il comportamento delle api ed un giardino con tavoli per picnic e giochi per bambini.
TORRE ALFINA
Torre Alfina è un frazione di Acquapendente ed un incantevole paesino medievale, situato in cima ad una collina di origine vulcanica, dove si respira aria buona e pulita. L’imponente castello di Torre Alfina che sovrasta il borgo, conserva intatto il suo splendore grazie ad accurati lavori di restauro. Il castello ebbe, tra i suoi proprietari, anche il marchese Cahen. Questi fu molto legato al territorio tanto da sceglierlo quale suo luogo si sepoltura. Infatti le spoglie del marchese sono racchiuse in un Mausoleo gotico all’interno del Bosco del Sasseto di Torre Alfina, appena fuori l’abitato.
Al Castello di Torre Alfina si giunge solo attraverso una strada senza uscita e questo lo rende ancora più affascinante, col suo austero profilo che riporta ogni volta alla mente il suo tormentato passato.
TREVINANO
Trevinano, un piccolo paese collinare di probabile origine etrusca, è un’altra Frazione del Comune di Acquapendente e situata nell’angolino estremo del Lazio settentrionale, proprio là dove questa regione s’incunea a confine con la Toscana e con l’Umbria.
Tra i suoi monumenti sono il Castello dei Monaldeschi della Cervara, attualmente proprietà della famiglia aristocratica Boncompagni-Ludovisi, la Chiesa della Madonna della Quercia e la Chiesa parrocchiale.
Quasi tutti gli anni, se la stagione è favorevole, si possono raccogliere buone quantità di funghi nei boschi della zona.
A soli 9 Km di distanza si trova il paese San Casciano dei Bagni, famoso per le sue Terme.
NOVITA’: Tra poco apriremo proprio qui a Trevinano il ‘Casale Galli’, una villa di lusso che può ospitare 10 persone.
SAN CASCIANO DEI BAGNI
La conformazione urbanistica di San Casciano dei Bagni disegna in modo naturale un percorso che accompagna dolcemente alla scoperta degli angoli più belli. E’ un percorso circolare, così come il centro storico si pone intorno alla sommità del colle dove è posto e alla Collegiata che ne segna il vertice con il proprio campanile. A dominare la prima immagine che si ha di San Casciano dei Bagni è il castello con le sue mura e l’elegante torre, integrato così perfettamente nell’ambiente circostante che non fa supporre di essere stato costruito agli inizi del XX secolo. Dalla Piazza Matteotti si può ammirare uno dei panorami più belli della campagna toscana.
Il borgo arroccato sulla collina costituisce uno dei paesaggi più suggestivi del Sud della Toscana, per l’ambiente naturale che lo circonda e per la presenza delle acque termali: 42 sorgenti ad una temperatura media di 40 °C con una portata complessiva di circa 5,5 milioni di litri di acqua al giorno, dato che colloca San Casciano al terzo posto in Europa per portata di acqua termale.
L’attività terapeutica delle Terme di San Casciano dei Bagni si distingue per la fango terapia (fanghi naturali e non rigenerati), i massaggi e le inalazioni.
Il Casale le Crete ha una convenzione con le Terme Di San Casciano Dei Bagni, infatti gli ospiti dell’agriturismo potranno usufruire di particolari sconti sui vari trattamenti termali.
IL LAGO DI BOLSENA E I SUOI DINTORNI
In pochi minuti è possibile raggiungere il Lago di Bolsena, il più grande lago di origine vulcanica d’Europa.
Bolsena, l’incantevole paese che ha imposto il nome al Lago, è noto per i pellegrini che per secoli lo transitarono scendendo dal Nord verso Roma sulla preferenziale Via Francigena, che da Siena s’identificava con la Via Cassia, già percorsa in precedenza dai Longobardi. Il monumento più importante di Bolsena è la Basilica di Santa Cristina la quale si è sviluppata sull’area della sepoltura di Cristina, martire nel IV secolo. Il complesso monumentale è composto dalla Basilica di epoca medievale, la Cappella Nuova del Miracolo e la Grotta di Santa Cristina con la Catacomba. Da visitare è anche il Castello di Bolsena (anche noto come La Rocca Monaldeschi), che domina il borgo dall’alto ed ospita un’interessante museo territoriale del lago. Da ovunque si osservi oggi, Bolsena offre il caratteristico aspetto di un piccolo borgo medievale.
All’interno del Lago di Bolsena ci sono due splendide isole, Bisentina e Martana. L’Isola Bisentina è collegata al paese di Capodimonte, un antico borgo del Lago di Bolsena, da un efficiente servizio di motoscafi, muniti di guida turistica. L’escursione in battello prevede il solo periplo dell’Isola Bisentina (Isola Martana inclusa) per ammirare la natura quasi incontaminata composta di folti boschi di leccio e gli incantevoli panorami. Capodimonte ha un attrezzato porto per barche a vela e a motore che, assieme all’accogliente spiaggia e al territorio ricco di storia, è motivo d’attrazione per un intenso turismo estivo.
Marta, principale e attivo porto del Lago di Bolsena, è un caratteristico villaggio di pescatori. Sorge a m 314 s.l.m. sulla sponda meridionale del più grande lago vulcanico d’Italia, 23 km a NW dal capoluogo Viterbo. Al visitatore offre un discreto borgo medievale con vicoli e piazzette, arroccato attorno alla Torre dell’Orologio, un tranquillo lungolago ombreggiato da platani, ideale per riposanti passeggiate, una lunga spiaggia e un porticciolo che dà riparo a piccoli natanti nonché alle caratteristiche barche dei pescatori. È nota per un’ottima cucina, il vino DOC Cannaiola e per la “Barabbata”, bellissima e suggestiva festa popolare. Un insieme che fa di Marta un piacevole luogo da scoprire e visitare.
Il paese di Montefiacone invece deve la sua notorietà, oltre alla storia e all’invidiabile posizione, alla produzione e al commercio dell’ottimo e famoso vino Est!Est!!Est!!! e dell’olio extra vergine d’oliva. E’ meta gastronomica apprezzata, come testimoniano i ristoranti e le innumerevoli trattorie presenti. Nel mese d’agosto si svolge un’importante Fiera del vino, con esposizione e commercio dei migliori prodotti di tutto il comprensorio, come il locale “Est! Est! Est!”, l’Aleatico di Gradoli o la Cannaiola di Marta. Nell’ambito della Fiera avvengono varie manifestazioni, tra le quali “In Cantina con Defuk” percorso eno-gastronomico nelle vecchie cantine, spettacoli e concerti serali all’aperto. Si tiene inoltre il Corteo Storico, che rievoca la leggenda del vino Est!Est!!Est!!!
ORVIETO
Orvieto è una delle più suggestive, memorabili, e godibili città collinari del centro Italia. A meno di 90 minuti da Roma, Orvieto si siede maestosamente sopra il fondovalle in cima a una grossa fetta di “tufo” in pietra vulcanica, che si affaccia su una pianura umbra punteggiata da cipressi. Una visita qui vi ricompenserà con un mondo incantevole, perfettamente conservato, e praticamente priva di traffico, evidenziato da alcuni dei migliori vini d’Italia ed una cattedrale colorato-dentro-e-fuori. Tanto è celebre nel mondo, il Duomo di Orvieto, che non poche persone giungono nella città della Rupe unicamente attratte dal suo grandioso monumento simbolo. Celebrato nei secoli da artisti, scrittori e comuni mortali, il Duomo non mancherà di sorprendervi anche se siete ben documentati e ne avete già molto letto, anche se ne avete già gustato immagini ed eventuali cartoline. Da qualunque direzione sopravverrete, vi stupiranno le sue ardite e slanciate proporzioni – un indubitabile inno al desiderio di infinito e di ascesa verso il cielo – e la sua mirabile e suggestiva unicità, che sfugge a ogni semplicistica classificazione di stile. Un altro degli aspetti che rendono Orvieto unico ed eccezionale è Orvieto Underground; un dedalo di grotte è nascosto nell’oscurità silenziosa della rupe. La particolare natura geologica del masso su cui sorge ha consentito agli abitanti di scavare, nel corso di circa 2500 anni, un incredibile numero di cavità che si stendono, si accavallano, si intersecano al di sotto del moderno tessuto urbano. Sono un prezioso serbatoio di informazioni storiche ed archeologiche, studiato solo recentemente in modo organico e scientifico. Se l’aspetto “superficiale” della città è mutato con il passare del tempo, le strutture ipogee che le sono state funzionali sono rimaste, in buona parte, intatte. La visita guidata alla “Orvieto Underground” rappresenta, perciò, lo strumento più appropriato per entrare in contatto con questo nuovo, particolarissimo aspetto culturale di una città estremamente ricca di storia e di “gioielli” artistici. Passo dopo passo echi misteriosi ed affascinanti raccontano dell’etrusca Velzna, mentre dall’umida ombra traspaiono fantasmi della città medievale e rinascimentale. E’ uno straordinario viaggio nel tempo, un percorso emozionante ed agevole nel cuore di Orvieto che qui affonda le proprie radici e conserva, quasi intatta, una insospettata e suggestiva memoria.
CIVITA DI BAGNOREGIO
Civita di Bagnoregio, antichissima cittadina su un colle al confine tra Lazio e Umbria, quasi a metà strada tra Orvieto e Viterbo, è di una bellezza accecante e commovente. Costruito su un colle di tufo e collegato al resto del mondo solo da un ponte sopra la vallata, il borgo sembra un’isola sospesa tra i calanchi argillosi: calanchi che sono destinati all’erosione, a “evaporare”, a causa di due torrentelli che da millenni consumano la roccia. Civita sta morendo, piano piano, mangiata dal tempo e dall’inesorabilità degli elementi. Ma oggi, per fortuna, è ancora lì, aggrappata saldamente alla sua torre di pietra che sovrasta la campagna laziale. Anzi, negli ultimi anni diversi palazzi del centro sono stati recuperati e restaurati, cascate di fiori abbelliscono le finestre e le scalinate, nelle viuzze del borgo si aprono nuovi locali e ristoranti. Nonostante sia abitata solo da uno sparuto gruppetto di famiglie, che non l’ha voluta abbandonare, la cittadina sta vivendo una nuova giovinezza. Un canto del cigno? Non importa, Civita non è mai stata così bella. Se dopo la passeggiata vi è venuta fame, vale assolutamente la pena sedersi in uno dei tavolini all’aperto delle osterie o delle norcinerie per assaggiare carne e salumi di maiale – porchetta in primis – e la celebrità locale, le fettuccine condite con un sugo di interiora di pollo.
PITIGLIANO
A Pitigliano, un piccolo borgo medievale in Toscana conosciuta come La Piccola Gerusalemme per la storica presenza di una comunità ebraica, si viene per passeggiare per i vicoli, con le tante piccole botteghe artigiane, immersi nei colori del tufo e nell’odore dei camini a legna… Qui sembra che la vita scorre con un ritmo diverso. Pitigliano è beatamente non-turistico, con solo circa 25.000 visitatori l’anno. Con i suoi parapetti, tetti di tegole di ceramica ed edifici multi-livello arroccati su strati di tufo vulcanico di colore rosso, Pitigliano assomiglia a un frizzante Città Santa da mezza pinta. Ogni strada e vicolo culmina in una vista spettacolare di colline cosparse di uliveti, castagni, querce e pini. La zona è punteggiata di gallerie e grotte incisi nella pietra di tufo, denominate Vie Cave.
SORANO
Abitata fin da epoche remote, l’area di questa Città del Tufo si caratterizza per i suggestivi insediamenti rupestri, borghi e fortificazioni medievali sorti nelle vicinanze di importanti centri etrusco-romani. Ciò che colpisce immediatamente il viaggiatore che giunge a Sorano è la sensazione di trovarsi in un luogo fuori dal tempo. L’ambiente naturale incontaminato, con le alte pareti di tufo circondate da alberi secolari, il suono lieve del fiume Lente, la tranquillità e la bellezza dei panorami, la cultura dell’ospitalità, della ristorazione e dei prodotti tipici e il valore del patrimonio culturale rendono questa terra una zona di altissimo pregio ambientale e culturale. Il territorio del Comune di Sorano è un angolo di Maremma ancora poco conosciuto e rimasto per lungo tempo lontano dalle maggiori vie di comunicazione. E proprio grazie a questo “splendido isolamento”, il territorio dei Tufi si presenta oggi come un posto unico al mondo tanto che nel 2003 il borgo di Sovana (frazione del comune di Sorano) è stato inserito nella lista dei “Borghi più belli d’Italia”. Il Comune di Sorano ha ottenuto, nel 2004, la “Bandiera arancione”: il marchio di qualità turistico ambientale del Touring Club Italiano che viene assegnato alle località che soddisfano particolari criteri di analisi correlati allo sviluppo di un turismo di qualità. Nel 2004, il World Found Monument, prestigiosa fondazione culturale americana, ha indicato Le Vie Cave come beni di interesse mondiale da tutelare. Un tesoro rimasto inalterato per secoli è il Parco Archeologico “Città del Tufo”. Scopo del Parco è ottimizzare la fruizione di una serie di siti di grande rilevanza archeologica, storica e naturalistica che si trovano nei territori di Sorana, Sovana e Vitozza (S. Quirico), nella cosiddetta area dei tufi. Anche se le testimonianze più importanti riguardano il periodo etrusco (con le necropoli sovanesi che si articolano sui colli che circondano il borgo) del Parco fanno parte numerose e importanti vestigia di epoca tardo antica e medievale quali castelli, chiese, fortificazioni e numerose abitazioni rupestri.
SOVANA
Sovana è un suggestivo borgo dall’atmosfera ferma nel tempo e rappresenta un raro gioiello di urbanistica medievale. Questa famosa cittadina etrusco-romano è una frazione del comune di Sorano, un angolo di Maremma ancora poco conosciuto e rimasto per lungo tempo lontano dalle maggiori vie di comunicazione. E proprio grazie a questo “splendido isolamento”, il territorio dei Tufi si presenta oggi come un posto unico al mondo tanto che nel 2003 il borgo di Sovana è stato inserito nella lista dei “Borghi più belli d’Italia”.
Suana è il nome originario dato dai Romani, dopo la loro conquista del territorio di Vulci nel 278 a. C. Il nome deriva dall’etrusco “suf” che significa “terra verde”. Città natale di Gregorio VII, Sovana fu sede vescovile e raggiunse il massimo splendore nel XIII secolo sotto la signoria degli Aldobrandeschi.
Le numerose Vie Cave – particolari percorsi scavati nel tufo dagli Etruschi – partono dal paesino per dirigersi verso i più importanti siti archeologici circostanti, come la Necropoli etrusca di Sovana, sicuramente la più ricca del territorio maremmano, con molte tombe di varie tipologie, tra le più importanti sono quella della Sirena, quella Ildebranda, quella del Sileno, quella di Pola e quella del Tifone.
Dalla Rocca Aldobrandesca, percorrendo un selciato in cotto, si arriva fino alla Cattedrale dei SS. Pietro e Paolo, e racchiusa così tra i simboli dei poteri che l’hanno governata, Sovana conserva ancora il suo antico incanto e splendore. Nella Piazza del Pretorio si può ammirare il Palazzo Pretorio, la Loggia del Capitano, il Palazzo dell’Archivio, nonché la Chiesa di Santa Maria Maggiore e il seicentesco Palazzo Bourbon del Monte, in parte addossato all’antica Chiesa di San Mamiliano e, proseguendo per la via del Duomo, sulla sinistra, si trova la presunta casa natale del personaggio più illustre di Sovana, Ildebrando, divenuto poi Papa con il nome di Gregorio VII.
MONTE AMIATA
Per gli amanti della montagna a soli 35 Km si trova il Monte Amiata, un angolo insolito e prezioso di Toscana. Compreso nelle province di Grosseto e Siena, domina dall’alto dei suoi 1738 metri le vallate circostanti (val d’Orcia, val di Paglia), la superba piana della Maremma, le dolci e suggestive colline senesi ed il più grande lago di origine vulcanica d’Europa, il lago di Bolsena.
L’Amiata è il luogo ideale per escursioni a piedi che permettono di godere nel modo migliore questo mondo incantevole.
Il cuore caldo della montagna regala acque benefiche. Il vulcano ormai dorme profondamente ma nelle vene della montagna scorre acqua sulfurea, grazie alla quale sono nati i bagni termali di San Filippo, che permettono di rilassarsi tra una tappa e l’altra tra gli scenari dell’Amiata.
Il Monte Amiata mette a disposizione degli appassionati degli sport invernali una palestra naturale incastonata nella faggeta più estesa d’Europa. La stazione invernale del Monte Amiata offre 10 km di piste da sci alpino con 8 impianti di risalita e 10km di piste da sci nordico (di cui 5 km costantemente battuti).
Un prodotto strettamente legato al territorio è il formaggio. Il Pecorino dell’Amiata viene tradizionalmente prodotto sul versante grossetano, mentre il versante senese ha il suo punto di riferimento tra le spettacolari colline di Radicofani, dove si produce un pecorino già premiato e da molti considerato uno tra i migliori d’Italia. Gli appassionati non possono mancare un “pellegrinaggio” al leggendario caseificio di Contignano, dove si può acquistare il pecorino stagionato in grotte di tufo o sotto cenere, oppure ancora sotto le foglie di castagno.
Nella tradizione amiatina la castagna riveste un ruolo fondamentale. Amiata e castagna è un binomio inscindibile: tra i 600 e i 1.100 metri di quota, il castagno è il re incontrastato, che diventa puro spettacolo nel mese di ottobre quando si tinge di un intenso giallo lucente.
SATURNIA
A 50 chilometri dal Casale le Crete si trova Saturnia, una piccola cittadina nel comune di Manciano in Maremma, che sorge su una collina che domina le famose sorgenti termali di Saturnia. La città sorge vicino ai resti di una necropoli etrusca, lungo la via romana Clodia, detta anche via delle Terme, tra la via Cassia e la via Aurelia.
Le sue origini antichissime sono ancora oggi visibili nella splendida Porta Romana del II secolo a.C. che si apre nelle antiche mura medievali della città, fatte costruire dagli Aldobrandeschi. Fu un dominio senese fino al ‘500 quando passò al Gran Ducato di Toscana. Altra testimonianza del suo glorioso passato è il Bagno Santo, un antico insediamento sacro a pochi chilometri dal centro, dove si possono ammirare i resti di antichi templi e luoghi di preghiera. Da ammirare anche la Rocca Aldobrandesca (proprietà privata), la Chiesa di Santa Maria Maddalena di origini medievali con splendidi capolavori al suo interno e il Museo Archeologico.
Ma sicuramente ciò che ha reso famosa Saturnia sono le sue terme. Le Terme di Saturnia sono formate da numerose sorgenti che interessano un’ampia zona dal Monte Amiata alle colline dell’Albenga e del Fiora, per arrivare fino a Roselle e Talamone.
Le acque sulfuree delle terme erano già note agli Etruschi e ai Romani. Sembra infatti che le terme si siano formate nel punto in cui cadde un fulmine di Giove scagliato contro Saturno dopo un violento litigio. Le acque hanno una temperatura 37.5 °c ed preziose proprietà terapeutiche e curative.
Oltre agli stabilimenti termali di Saturnia, tra cui si annoverano centri benessere riconosciuti a livello nazionale, ci sono le Cascate del Mulino, situate presso un vecchio mulino e le Cascate del Gorello. Le Cascate del Mulino sono sicuramente le più famose terme naturali di Toscana. Formate da grandi pozze d’acqua sulfurea e da una rilassante cascate, offrono relax e benessere in ogni periodo dell’anno. Infatti l’accesso alle cascate è pubblico e gratuito in ogni periodo dell’anno. L’unica nota negativa il parcheggio. Bisogna fare estrema attenzione a dove si parcheggia, altrimenti la multa è assicurata.
Saturnia e le sue terme sono un altro splendido gioiello di questo grande tesoro toscano che è la Maremma, i cui paesaggi selvaggi e il glorioso passato la rendono una meta unica per le vacanze.